Unione Nazionale delle Camere di Commercio di Industria ed Agricoltura
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Crescita Costante

Il Senegal è passato da una crescita economica del 4,5% del 2014 al 6,8% del 2017 mantenuto nel 2018, nello stesso periodo si è vista la nascita di embrione dell’apparato industriale nazionale. Se comparato ad altri Paesi dell’Africa Occidentale è certamente il più economicamente sviluppato e promettente. Come prime risposte immediate l’amministrazione del Presidente Macky Sall ha creato diversi meccanismi per raggiungere la copertura sanitaria universale e una politica di sostegno per lo start-up di micro imprenditorialità giovanile e femminile. Sul settore energetico è stato studiato un programma di sviluppo in collaborazione con ditte e governi europei e americani della energia pulita (solare ed eolica) e un piano di modernizzazione delle infrastrutture di produzione e distribuzione di energia elettrica. L e risorse petrolifere e di gas naturale non rientrano nel piano energetico nazionale in quanto destinate all’esportazione come ha deciso Parigi.

Piano Senegal Emergente

Il PSE Fase II (Piano Senegal Emergente) è una strategia iniziata nel 2014 tesa a rendere il Senegal un Paese del Primo Mondo entro il 2035 e che necessita di 5,7 miliardi di euro. Il Presidente Shall è intenzionato a trovare tale somma dai finanziatori occidentali o asiatici. Gli obiettivi del PSE Fase II sono stabiliti nel PAP (Piano d’Azione Prioritario) 2019 – 2023 che si basa sulle migliori tecniche nazionali e internazionali di trasformazione strutturale dell’economia. Come primo obiettivo vi è il potenziamento della zona industriale di Diammiadio e di varie zone economiche speciali dove gli investitori nazionali e stranieri godranno di infrastrutture e agevolazioni fiscali per favorire la nascita di stabilimenti produttivi e aumentare l’occupazione giovanile. Gli altri settori da rafforzare sono le infrastrutture, i settori edile e agricolo, l’agroindustria, l’energia (petrolio, gas, e energie pulite), il settore industriale, l’economia digitale, il turismo e la finanza. Non sono stati trascurati i settori della sanità e dell’educazione universitaria. Nella fase II del PSE si prevede un budget annuale di 25,9 milioni di euro per sostenere e ampliare l’attuale (CMU) Couverture Maladie Universalle che deve raggiungere il 75% della popolazione entro il 2020. Il governo è ben consapevole che la creazione dell’assistenza sanitaria nazionale non si può fermare sulla percentuale di popolazione coperta. Lo sforzo più impegnativo e difficile è quello di assicurare una sanità di qualità per evitare che un diritto fondamentale esteso alla popolazione risulti un metodo inefficace come è successo in Uganda con la scuola gratuita fino alle medie superiori a causa delle inadeguatezza delle infrastrutture e della qualità di insegnamento elargita da docenti mal pagati.

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